Arte e Gioco, d’estate

Valentina Zucchi

Responsabile Mediazione e Valorizzazione MUS.E Firenze

FILA e MUS.E condividono un percorso di collaborazione importante: da un lato MUS.E, con la valorizzazione quotidiana del patrimonio culturale della città di Firenze, dall'altro FILA - con il suo love brand GIOTTO Colore Ufficiale delle attività educational di questa importante Associazione. Quello che segue è un contenuto speciale, in esclusiva per Diario Creativo. Una riflessione sul tempo dell’arte come tempo del gioco, sulla possibilità di vivere i musei come luoghi di esperienza e di gioco creativo, anche d’estate.

«Al di sopra di noi gioca [spielt] l'angelo»
Rainer Maria Rilke, La quarta elegia, 1915

Se i musei sono spesso associati alla cultura in chiave d’eccellenza, all’apprendimento, all’educazione, non è ancora pensiero comune che possano essere anche - e persino - un luogo di vacanza piacevole, di ristoro lieve, di gioco creativo. Non è un pensiero comune fra i bambini, che assimilano il museo alla visita o all’esperienza scolastica; non lo è nemmeno per i genitori, impegnati per tutta l’estate a individuare soluzioni creative per i propri figli. Certo, è innegabile che il mare o la montagna, lo sport e l’avventura costituiscano elementi attrattivi per tutti, ma pensare che gran parte di questi aspetti si possano intrecciare al mondo dei musei suona ancora bizzarro. Eppure, da molti anni numerosi istituti italiani e stranieri sviluppano proposte di questo tipo, potenziando, ampliando, accelerando processi e formati che già in nuce contenevano gli elementi vincenti per questo contesto: un periodo vacanziero, eppure non per forza vacuo o vacante. Perché se certamente è sacrosanto il diritto al riposo, se è invero ristoratrice la pausa dai ritmi dell’anno scolastico, è anche fruttuoso che i bambini vivano esperienze costruttive, piene, piacevoli; e in questo l’arte regala ancora una volta una preziosa occasione.

Il tempo dell’arte è come il tempo del gioco, rifletteva Hans George Gadamer, con le sue regole, le sue sospensioni, i suoi piaceri, le sue profondità; nel gioco, come nell’arte, ci si immerge spontaneamente, profondamente, autenticamente, notava. Entrambi sono percorsi, esercizi, indagini di verità. E in effetti, se ci spogliamo dai contatti e dalle connessioni, fare esperienza dell’arte è davvero come giocare ed essere giocati; gustiamo qualcosa, sentiamo qualcosa, aderiamo a qualcosa, viviamo qualcosa che non subiamo e che non ci lascia indifferenti. Assumendo questo principio come stella polare, ogni programma risulta ben fondato, orchestrato e soprattutto efficace.

È questo il senso più vero delle esperienze che MUS.E ha strutturato in questi anni nei Musei Civici Fiorentini e in Palazzo Medici Riccardi, tutte centrate sul binomio (ancestrale, eppure attuale) arte-gioco, lanciando la sfida che un’intera settimana (o anche di più) dalla prima mattina al tardo pomeriggio nei musei possa essere un periodo bello, spensierato, ricco. Senza dimenticare, naturalmente, il fatto di essere insieme ad altri e di vivere un’esperienza di socializzazione, dialogo e confronto con i propri coetanei. A queste premesse si è aggiunta nel corso degli anni un’ulteriore considerazione, che valorizza una dimensione sempre più aperta e multidisciplinare: all’arte e al gioco si è infatti affiancata la lingua inglese, rendendo i centri estivi (o invernali) anche un’occasione per familiarizzare con un’altra lingua. Le educatrici che conducono il campus sono infatti madrelingua e propongono un utilizzo spontaneo dell’inglese durante la giornata, rendendolo un elemento immediato della comunicazione. Anziché prevedere vere e proprie lezioni, infatti, l’inglese diventa uno strumento di relazione quotidiana che mette in gioco tutti, ciascuno con le proprie competenze, aggiungendo un ulteriore stimolo per il gruppo.

La prima finalità, invero, è quella di rendere i musei luoghi familiari, domestici, se non intimi. Dopo una settimana i bambini ne conoscono le sale, le opere, gli angoli, le scale e i pertugi, hanno accolto il museo entro il proprio scenario quotidiano: arrivare la mattina, esplorarne gli ambienti, giocarci, pranzare e chiacchierare nelle sue stanze lo hanno reso un luogo conosciuto e amichevole, abbattendo ogni distanza o pregiudizio; tornare a visitarlo, o anche solo passarvi davanti, a ogni età, porterà alla memoria quel ricordo d’infanzia, intenso, solleverà pulviscoli di quelle giornate d’estate, quando si è scoperto che i musei possono essere casa.

L’arte e il gioco sono centrali: ogni settimana ha sede in un museo specifico e vede declinato un programma speciale, che combina le diverse componenti al fine di offrire un ventaglio di esperienze ricche e varie. Nelle diverse giornate si alternano infatti esperienze molto differenti tra loro: ai percorsi e alle storie fra le opere d’arte dei musei si affiancano passeggiate in città (spesso fra parchi e giardini), giochi di ogni genere e laboratori artistici, che offrono ai bambini un ventaglio molto ampio di esperienze formative. In particolare, gli atelier d’arte sono i momenti speciali, nei quali si sperimenta ancora una volta la magia dell’arte. Che si tratti di un laboratorio di pittura o di scultura, di collage o di tessitura, che si tratti di una performance o di un’installazione, i bambini vivono in prima persona l’originalità - anzi, l’unicità - del processo artistico; elaborano un’indagine dentro di sé e fuori da sé; sperimentano tecniche, materiali e linguaggi sempre nuovi, assumono la dimensione personale di uno sguardo artistico sulla realtà.

Non è un caso che siano sempre momenti particolarmente significativi, in cui occhi, mani, mente e i sensi tutti orchestrano un percorso di indagine e di scoperta. È il caso, per esempio, degli atelier d’arte sviluppati anche nell’occasione dell’ultimo campus svoltosi presso il Museo Novecento subito dopo la fine della scuola, dal 12 al 16 giugno 2023, condotto dall’educatrice e artista Victoria De Blassie con i mediatori MUS.E. Le opere del museo e quelle delle mostre in corso - con i lavori di Lucio Fontana, Luca Pozzi, Y.Z. Kami - sono state il viatico per intraprendere un viaggio sulle superfici dei nostri volti, del nostro mondo, del cosmo che conosciamo e che immaginiamo (e oltre). In questo viaggio i bambini hanno dipinto, modellato, intrecciato, disegnato, esplorando le infinite possibilità dei materiali e dei linguaggi artistici e, ancor prima, della loro creatività.

Già, la creatività: quel groviglio indistricabile in cui, ancora inspiegabilmente, si generano nodi e fili nuovi, quel terreno da nutrire - perché, sempre di più, farà la differenza - e che i musei possono coltivare, annaffiare, proteggere, guardar crescere.

Per conoscere i programmi estivi di MUS.E: https://musefirenze.it/art-and-play-centri-estivi-nei-musei-civici/

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