Dar forma alla creatività: Pongo e colori

"Io penso che i bambini fortunati siano quelli che hanno il Pongo." PAOLO CREPET – maggio 2010

Sembra che il Pongo sia stato creato per errore. Lo stabilimento Sidol a Lastra a Signa doveva infatti produrre della cera per scarpe ma il chimico che aveva predisposto le dosi dell’impasto fece uno sbaglio nelle dosi dei vari componenti e l’azienda si trovò una grande quantità, circa 500 chili, di questa cera colore neutro inadatta alla lucidatura delle scarpe della quale non si sapeva cosa fare.

Questa plastilina naturale però aveva notevoli qualità: “sentiva” il calore della mano molto rapidamente ed era proprio il calore delle dita che la rendeva molto malleabile.

In aggiunta non sporcava, non ungeva e non macchiava. Solo il colore iniziale era un po’ triste, ma aggiungendo del colore le paste diventarono allegre, perfette per il gioco e permettevano di modellare in maniera estremamente facile e immediata. Non era necessario aspettare che la pasta si indurisse né occorreva cuocerlo per stabilizzarsi nella nuova forma finale, una vera novità.

Erano gli anni Cinquanta e nasceva il Pongo che in pochi anni fu utilizzato all’interno delle scuole materne per facilitare la creatività e la manualità dei bambini.

D’altronde il primo linguaggio dell’uomo è stato ed è quello gestuale. Prima l’uomo ha incominciato a plasmare, poi a esprimersi per immagini grafiche o disegnate e solo più tardi, dopo millenni, a scrivere.

L’uso del Pongo fu fondamentale anche per i primi spot pubblicitari. Firenze con lo studio K era il centro pubblicitario che ne eseguiva la realizzazione. Famoso fu lo spot del Fernet Branca ideato dalla Armando Testa. Ancora negli anni Settanta furono realizzati degli spot per l’Alitalia sulle città italiane; spot che venivano proposti ai passeggeri sui velivoli e non solo in televisione. Furono i primi esempi di film con una plastilina animata; tipologia che ha raggiunto l’apice con le creazioni di Nick Park (vincitore per queste realizzazioni di 4 premi Oscar) con i suoi “corti” con personaggi di Wallace e Gromit e i film di successo come “Galline in fuga” e “i Primitivi”.

Il prodotto è diventato con il passare degli anni così famoso, che anche nella lingua italiana la parola “Pongo” viene utilizzata per esprimere qualcosa che è facilmente malleabile, modellabile e modificabile a piacimento. Prendiamo ad esempio una delle ultime interviste di Andrea Camilleri nei panni di Tiresia che ne descrive il carattere e come è stato portato sui palchi dei teatri da secoli:

“È un personaggio prismatico, è stato uomo, donna già di per sé unisce straordinarie esperienze anche solo legate al fatto di essere stato uomo e donna. Il dono che gli ha fatto Zeus si trasforma in una condanna, Tiresia sembrava fatto di Pongo e ogni attore l’ha modellato come meglio ha voluto”.

O ancora il “Pongo-regolamento” cioè la parola più usata per definire le norme soggette a modifiche, plasmabili all’occasione necessaria come il Pongo. Un neologismo del gergo dei reality e talent show come Amici e L’isola dei Famosi. Sembra che l’origine del termine sia da ricondurre al programma di Maria de Filippi che nel corso degli anni ha modificato più volte le regole del suo “reality”. Da qui il buffo neologismo.

Questo uso di termini di prodotti industriali entrati nel vocabolario corrente è dovuto al grande successo ottenuto per molti decenni; uno dei prodotti più usati da tutti noi, da bambini. Basta cercare su internet si trovano testimonianze di attori, scrittori, web designer, cake designer, musicisti, scultori che raccontano tutti come la loro creatività si è espressa per la prima volta proprio giocando con il Pongo.

Modello di pensiero archetipo entrato nel nostro DNA, il Pongo arriva nella famiglia FILA nel 1994 con l’acquisizione della Adica-Pongo di quell’anno. Ma il gioco con i colori e con le mani era già presente in catalogo fin dal 1984 con i colori a dita Giotto, un altro modo, quello di dipingere con le mani, di esprimere la propria creatività nei primi anni di vita, usato anche a livello primordiale nella storia dell’uomo. Pensate ai disegni nelle caverne dell’era primitiva o all’uso dei colori per dipingersi il corpo degli indiani d’America.

Prodotti come il Pongo e i Colori a dita, che sono stati migliorati con il passare degli anni grazie a una continua ricerca e hanno dato vita a nuove invenzioni come la pasta modellabile Giotto PatPlume ad esempio: l’evoluzione moderna di Pongo, una pasta modellabile molto apprezzata da educatori e insegnanti, di ultima generazione, ancora più morbida, dai colori molto brillanti che non sporcano e non macchiano, facile da modellare, totalmente a base vegetale e senza glutine; pronta per continuare il successo di Pongo nel secondo secolo di FILA.

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