Giovanni Renzi e le matite, storia tre.

Giovanni Renzi, architetto e autore di “Matite, storia e pubblicità”, nel suo lavoro di consulente storico scientifico aziendale e archivista incappa in storie molto particolari. In questo periodo di soggiorno forzato a casa ci ritorna una curiosità al giorno leggera e interessante intorno alle amate matite.
Qual è il legame esistente tra matite e magia che rende famoso un negromante vissuto a Torino nei primi dell’Ottocento?

“Una matita al giorno” - Il Negromante

Torino, epoca Napoleonica.
Non è vero che la ghigliottina lavorava solo in Francia. A Torino nei primi anni dell’Ottocento vengono tagliate oltre 400 teste.
A Torino c’è un negromante con una brutta fama. Abita in una fatiscente casa in quella che oggi è via Maria Vittoria nel lato verso il Po. Non sappiamo se realmente avesse delle doti da vero mago o divinatorie, ma quello che è indubbio che sapeva usare molto bene le matite. Anche se le cronache lo riportano come colui che sapeva far morire con una matita, non dovete pensare che lui utilizzasse la matita come un coltello o come un punteruolo. Lui sapeva disegnare!
Sulle sue pareti aveva attaccato un suo disegno. Raffigurava la “piazza Carlina” (oggi piazza Carlo Emanuele II) dove era stata posizionata la famigerata ghigliottina. Sembra che il soprannome “Carlina” alla Piazza sia stato utilizzato dai torinesi per i gusti sessuali di Carlo Emanuele II più consono ad indirizzarli verso gli uomini che non alle donne della sua epoca.
In ogni caso in quella piazza, che tra il 1796 e il 1814 si chiamava Place de la Liberté, negli anni napoleonici vennero ghigliottinate 423 persone. Non che negli anni della Restaurazione si fece di meno; l’unica differenza fu che la ghigliottina fu sostituita dalla forca!
Ma torniamo al nostro negromante. Il suo disegno raffigurava la piazza. E in mezzo al foglio il nostro negromante ha disegnato pure quel lugubre strumento di morte.
Simon Lanin, questo il nome d’arte, è in realtà Simone Lanino ed è giunto a Torino nel 1806. E la sua fama di Negromante è crescente negli anni a seguire.

Lui si distingueva dagli altri “negromanti” ritraendo il personaggio di cui gli veniva chiesta la morte.
Il ritratto lo attaccava al suo disegno della piazza con la ghigliottina e entro due giorni il malcapitato finiva con la testa tagliata!
Una specie di Voodoo alla piemontese! O forse l’arte di delatore all’ennesima potenza in anni in cui bastava poco per essere tolto di mezzo.
Matite e magia sono ancora insieme in un gioco pubblicizzato sul web, la “sfida di Charlie” che spiega con due matite e un foglio come si riesce ad evocare gli spiriti e ad avere delle risposte alle nostre domande.
Nel 2018 In Giamaica la comunità islamica ha messo il gioco al bando e alle isole Fiji il Ministero dell’educazione lo ha proibito nelle scuole. Nel nostro Paese il dirigente scolastico di una scuola media di Cerea, in provincia di Verona, ha proibito di ripetere il gioco in classe per non creare angoscia nei compagni più sensibili.
E’ interessante ricordare, a riguardo delle arti magiche, la "Geomanzia" ovvero un’arte divinatoria antichissima. La parola deriva dal greco: “gè”, che significa “terra” e “manteia” che significa “profezia”. Ossia “profetizzare con la terra”; questa è la traduzione esatta del termine “Geomanzia”.
Gli antichi usavano sabbia e terra nera. E sapete come chiamavano la grafite estratta nelle prime miniere ottocentesche a cielo aperto in Piemonte? Terra nera!
E infatti dagli scritti di Aleister Crowley, pseudonimo di Edward Alexander Crowley (1875 – 1947), esoterista e scrittore si evince che la geomanzia utilizza la grafite delle matite; materia che viene ritenuta il mezzo per comunicare con le intelligenze divinatorie.
Insomma le matite possono veramente essere usate in mille modi!
Un grazie a Leandro Agostini che ha segnalato la storia di Simon Lanin. Se conoscete altre storie sulle matite contattatemi.

Giovanni Renzi

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