Gomme e Matite. Matrimonio perfetto?

“Tutti commettono errori. È per questo che c’è una gomma per ogni matita”. PROVERBIO GIAPPONESE

L’atto, l’idea, il pensiero di cancellare qualcosa viene sempre collegata ad un’azione negativa, a un errore. In realtà non è così, basti solo pensare anche solo alle opere d’arte fatte proprio con la tecnica della cancellatura da Emilio Isgrò o da Man Ray. Il miglior pensiero è però del frate Michele Davide Semeraro. Lui scrive:

“Mi è tornato in mente che, per il bambino che sono stato, cancellare era un modo per migliorare. Dopo essermi reso conto di avere sbagliato nel dare una risposta, nel comporre un periodo o nel fare un calcolo, mi mettevo a cancellare per fare meglio. Ricordo l’emozione interiore: cancellare era il modo per riconoscere di avere sbagliato e rinnovare la speranza di migliorare”

La matita con gomma è la “matita” per eccellenza negli Stati Uniti. Una tipologia di matita estremamente amata fin da quando, nel 1858, Hyman L. Lipman di Filadelfia aveva brevettato la prima matita con gomma.

In Europa la sua diffusione non è neanche lontanamente avvicinabile all’uso oltreoceano. Tanto che nel 1922 la rivista American Stationer & Office Outfitter scriveva: "In tutta Europa, la matita con la punta di gomma è praticamente sconosciuta". E ancora "Può darsi che gli stranieri si considerino meno propensi a commettere errori rispetto agli americani fortunati”.

La FILA è stata l’azienda produttrice che in Italia maggiormente ha creduto nella matita con gomma. È dal 1926 che inserisce almeno una matita con gomma nel proprio catalogo. La prima fu la matita OSAKA.

 

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Un fumettista iraniano, Javad Alizadeh, una volta disse che “le gomme ci ricordano che non esiste un umano impeccabile”. Questa frase è vera in tutta la storia dell’umanità. Anche le civiltà antiche si sono ingegnate per poter cancellare i propri errori o modificare il proprio pensiero a seguito di ripensamenti. Gli Egizi cancellavano i loro geroglifici semplicemente con uno scalpello, mentre i Greci e i Romani poiché la loro scrittura veniva fatta su tavolette di cera usavano dei raschietti affilati fino ad ottenere la “tabula rasa” ossia una tavoletta pronta per essere riutilizzata.

Con l’arrivo della carta i raschietti furono inizialmente ancora usati sempre affilati, ma con forma diversa. Anche la cera e la mollica di pane vennero usate per la cancellatura.

Per avere una gomma vera e propria dobbiamo infatti spostarci nel 1770 quando un chimico inglese scoprì il caucciù, ricavato dall’albero della gomma dell’America del Sud. Joseph Priestley, questo il suo nome, scoprì che questo materiale aveva il potere di cancellare i segni di matita. Questa funzionava per abrasione del foglio, portando via cioè lo strato più superficiale della carta, quello in cui era impresso il segno in grafite.

Nel 1839 fu scoperto il processo di vulcanizzazione della gomma che permise di produrre vari tipi di gomma anche più resistenti e capaci di cancellare anche l’inchiostro. Nei primi anni del Novecento le migliori gomme vengono prodotte in Italia dalla Pirelli che le pubblicizza a tappeto, su riviste e giornali, intorno al 1920. Non è un caso dunque che le prime gomme sulle matite FILA siano gomme Pirelli.

È interessante citare come viene descritta la prima matita con gomma, la Osaka, all’interno del catalogo FILA: “Questo tipo di matita viene suggerito dalla pratica di un grande paese: gli Stati Uniti d’America. Si può dire che in America non sia adoperato altro lapis che questo, per la comodità pratica che lo caratterizza”.

E ancora nel catalogo del 1938 la Osaka veniva descritta come “il lapis dell’avvenire” perché accoppia la matita da scrivere alla gomma per cancellare. La Osaka era una matita esagonale, in legno di cedro, con gomma a sezione tonda. Nasce in un’unica gradazione (2B) ma veniva verniciata in colori differenti.

Da allora i cataloghi FILA ci mostrano diverse matite con gomma. Le più famose sono la Mercedes dal 1952 per oltre trent’anni e la Temagraph con gomma che inizia ad essere prodotta nel 1994 e che è ancora presente nel catalogo attuale o la “Giotto matita” con le gomme di diverso colore in tinta con il colore della livrea della matita; in produzione dal 2014.

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Ma l’evoluzione dei materiali da scrittura in questi cento anni ha fatto passi da giganti impensabili per i nostri nonni. Anche nel rapporto scrittura e successiva cancellatura priorità principe del binomio matita/gomma. La penna cancellabile Tratto Cancellik è un prodotto interamente studiato in Italia, nello stabilimento italiano di FILA. Anche se per il Tratto Cancellik parliamo di inchiostro e non di grafite questa penna permette di cancellare il segno, almeno prima che questo si fissi in modo indelebile. L’inchiostro è un inchiostro particolare (in dieci colori differenti) così come la gomma che deve rimuoverlo. Un prodotto di successo di questi ultimi anni.

Quindi in definitiva non abbiate paura di sbagliare, di ripensare, di cancellare e poi di riscrivere con la vostra matita con gomma anche se non dimenticare quello che affermava il pittore Joseph John Jenkins: ”Errare è umano; ma quando la gomma per cancellare si consuma prima della matita, vuol dire che si sta esagerando”.

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