Il Tocco dell’Arte
di Valentina Zucchi
FILA e MUS.E continuano a collaborare per valorizzare il patrimonio artistico di Firenze, unendo la passione e l’esperienza educativa di MUS.E con l’iconico brand GIOTTO, Colore Ufficiale delle attività educational. Oggi, Valentina Zucchi - Responsabile Mediazione e Valorizzazione MUS.E Firenze, ci guida alla scoperta alla scoperta delle diverse tecniche artistiche in correlazione con le opere esposte nei Musei Civici Fiorentini. Buona lettura!
La lustra politezza del ritratto di Emilio Jesi, tornito nell’onice da Antonietta Raphael, così come la tellurica ruvidezza della figura di Susanna, quasi estratta dalla pietra da parte di Arturo Martini, esprimono i caratteri e le attitudini dei personaggi rappresentati in misura evidente, reale, tattile; di essi trattano non soltanto le forme, le pose, i dettagli, ma anche e soprattutto la materia stessa, nella quale è impressa e racchiusa la natura dei soggetti. L’attenzione alla materia prima è in effetti un elemento precipuo del pensiero creativo di un artista e influenza in modo determinante il processo di progettazione e realizzazione di un’opera: l’esistenza stessa di una scultura, così come di una pittura o di un disegno, è segnata dalla materia nelle sue premesse: come scriveva Martini, «la scultura non fu né potrà mai essere solo scultura, perché i mezzi creativi di cui si serve non sono solo i volumi e le forme, ma la creta». Assunta la consustanzialità della materia nella creazione artistica, è da sempre proprio dell’artista indagare le caratteristiche delle diverse materie prime, delle loro lavorazioni e dei loro esiti per individuare la più adeguata non solo ai propri talenti manuali ma anche alle proprie necessità espressive; e il dibattito sulle preferenze tra la scultura e la pittura - che attraversò il circolo di artisti e letterati a metà Cinquecento e che può essere ben compreso negli scritti di Benedetto Varchi - ne è uno dei tanti possibili esempi. Nella storia delle arti, dalla preistoria a noi, ciascun artista ha fatto proprie le materie congeniali al proprio pensare e al proprio fare, sperimentando e individuando altresì le tecniche più adatte: lo stesso blocco di creta è matrice di infinite modellazioni, lavorazioni e finiture, così come lo stesso pigmento è sostanza di infinite mescolanze, stesure, effetti. E’, in fondo, la magia dell’arte: dare vita a un manufatto visivo che esprime un proprio sguardo sul mondo, puntuale, largo o visionario che sia.
Se il percorso delle tecniche artistiche si è nel corso dei secoli gradualmente specificato e affinato, offrendo agli artisti un ventaglio sempre più ampio di materiali, strumenti e processi entro una cornice sempre più consapevole ed esperta, gli artisti del Novecento hanno indubbiamente attinto a questa preziosa riserva allargando ulteriormente lo spettro delle sperimentazioni e delle possibilità: le stesse materie dell’arte classica o moderna - l’argilla, il bronzo, il marmo; i pigmenti legati a uovo, a olio o a colle; il carboncino, l’inchiostro o la grafite - sono state pertanto studiate, indagate, verificate, provocate, forzate, persino esasperate, per coglierne le potenzialità estreme. Pur con un approccio non così lontano dai loro predecessori, che attivavano con la materia artistica una relazione dialettica, aperta, sperimentale, immanente nel fare arte, i protagonisti del Ventesimo secolo hanno esplorato le potenzialità della materia fino agli estremi, liberandosi dalle pratiche e dalle convenzioni in nome di una libertà espressiva non soggetta alle leggi della fisica, della chimica e della biologia. Ecco perché avvicinarsi alle opere del Novecento offre l’occasione di riflettere sulle più larghe declinazioni dei diversi linguaggi dell’arte, cogliendone i tratti canonici ma anche gli aspetti meno consueti e avvicinandosi all’universo delle tecniche artistiche con una visuale ancora più aperta.
Le opere presenti al Museo Novecento di Firenze si pongono in questo senso come un campionario prezioso, capace di restituire procedimenti, prove, risultati assai difformi tra loro e di suggerire direzioni di lavoro di forte ingaggio e soddisfazione: la stessa materia dell’argilla, nuce di tutta la scultura, così come i pigmenti legati all’olio, protagonisti di tutta la pittura moderna, saranno i viatici di un percorso di avvicinamento aperto, ma nello stesso tempo competente, alle pratiche artistiche.
Il nuovo programma di A scuola d’arte - a cura dei Musei Civici Fiorentini, di Palazzo Medici Riccardi e della Fondazione MUS.E con la collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Firenze e con il significativo supporto di GIOTTO – love brand di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini - apre infatti il 2025 con un’attenzione specifica agli artisti e alle opere del Novecento italiano, ben rappresentati dalle collezioni fiorentine, invitando ragazzi e adulti a sperimentare i processi della scultura, della pittura e dell’incisione in correlazione con una selezione di opere particolarmente significative. Gli incontri dei primi mesi dell’anno avranno come sede il Museo Novecento e permetteranno di approfondire tecniche e processi di diversi linguaggi dell’arte: i primi due incontri saranno dedicati alla scultura, traendo ispirazione dalle opere di Marino Marini e di Arturo Martini e cimentandosi nell'esecuzione di una piccola scultura in creta in tutte le sue fasi - dal disegno all'armatura fino alla modellazione; gli appuntamenti successivi verteranno sul diverso impiego della pittura a olio da parte dei maestri del Novecento, da Renato Guttuso a Fortunato Depero, sperimentando le possibilità tecniche di questo medium nella sua preparazione e applicazione; infine l'attenzione si sposterà sull'utilizzo della tecnica dell'incisione nel secolo scorso, predisponendo poi la propria lastra incisoria e realizzando una stampa. Ogni incontro prenderà il via dall'osservazione di alcune opere delle collezioni civiche, ispiratrici delle successive attività di laboratorio artistico.
Perché, riprendendo Martini, «qualsiasi aspetto della realtà è materia d’ispirazione. Tutte le cose vivono e nessuna […] è negata al tocco dell’arte».
Il programma “A scuola d’arte” propone un percorso formativo sulle tecniche e sui linguaggi artistici in stretto dialogo con le collezioni e le esposizioni dei musei cittadini.
Gli appuntamenti sono previsti tutti i sabati mattina, alternando gli incontri rivolti alle famiglie con bambini e ragazzi tra gli 8 e i 12 anni (11 e 25 gennaio, 8 e 22 febbraio dalle 11 alle 13) e quelli per gli adulti (18 gennaio, 1 e 15 febbraio, 1 marzo dalle 11 alle 13.30).
Gli incontri sono condotti da Giulia Argentino, Marion Gizard, Francesca Bologna e Caterina Cecioni, “maestri d’arte” MUS.E, con il supporto di alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.
La prenotazione è obbligatoria: 055-2768224 info@musefirenze.it