Valentina Zucchi di MUS.E Firenze, l’associazione dedicata alla valorizzazione del patrimonio culturale della città di Firenze da anni partner di FILA, ci guida alla scoperta del lavoro artistico di Giovanni Stradano (in mostra a Palazzo Vecchio fino a febbraio 2024) e, in particolare, al suo interesse per le incisioni che hanno ispirato anche i laboratori per bambini, ragazzi e famiglie verso la scoperta di questa tecnica, della sua storia e delle sue applicazioni.
Il disegno di Odisseo e le Sirene - proveniente dal Castello Sforzesco di Milano e icona di un viaggio di scoperta e di audacia - è l’immagine guida della mostra in corso in Palazzo Vecchio a Firenze fino al prossimo febbraio 2024 e dedicata a un artista fiammingo di nome Jan van der Straet, più noto in Italia come Giovanni Stradano o, alla latina, Johannes Stradanus. Un artista versato e poliedrico, nato nel 1523 a Bruges - l’esposizione celebra il cinquecentenario della nascita - e trasferitosi nei primi anni Cinquanta a Firenze, con il desiderio e la determinazione di avere fortuna. Il destino - e le sue capacità - lo porteranno in effetti a diventare una delle figure chiave del palinsesto culturale promosso dal duca Cosimo I de’ Medici a Firenze e in Toscana, innescando un fertile dialogo tra radici fiamminghe e sensibilità italiana: Stradano sarà fra i protagonisti tanto del rinnovamento artistico del palazzo ducale - oggi Palazzo Vecchio - al fianco di Giorgio Vasari quanto della manifattura arazziera che negli stessi anni prese vita a Firenze, avvalendosi di maestranze esperte provenienti appunto dalle Fiandre. In entrambi gli ambiti il nostro giocherà un ruolo di primaria importanza e non è un caso che nell’anno di nascita dell’Accademia delle Arti del Disegno, ovvero il 1563, egli fosse scelto fra i consoli, segno della sua ormai salda posizione nel campo fiorentino. La mostra ne valorizza quindi il ruolo assunto presso la corte medicea e l’apporto che egli seppe offrire alla squadra di artisti impegnati con lui: un’attenzione speciale è rivolta al programma decorativo di Palazzo Vecchio, ove la sua mano dispiega un ricco assortimento di storie celebrative della città di Firenze e della famiglia egemone, a partire - cronologicamente parlando - dalle stanze con le gesta dei diversi personaggi Medici fino agli appartamenti ducali e alla Sala Grande, oggi più nota come Salone dei Cinquecento. Assai celebre è, per esempio, l’affresco raffigurante l’Assedio di Firenze nella sala di Clemente VII, dove Stradano offre - seppure in una cornice guerresca - una meravigliosa veduta della città a volo d’uccello, con le sue architetture più celebri, attraversata dal fiume Arno e abbracciata dalle colline circostanti. Parimenti, molto apprezzate le rappresentazioni delle grandi figure femminili della storia nelle stanze di Eleonora di Toledo, consorte di Cosimo I, icone indirette delle virtù della duchessa, e dei vivacissimi scorci fiorentini offerti dal nostro nelle stesse stanze, capaci di immortalare scene di feste e di giochi nelle principali vie e piazze urbane. D’altronde, il volto dello stesso artista compare, insieme a Vasari e a ai suoi, in uno dei dipinti dell’imponente soffitto del Salone dei Cinquecento, il Trionfo della guerra con Siena, tracce imperiture del loro apporto all’impresa.
D’altro canto, la mostra ricorda il rilievo assunto da Giovanni Stradano nella progettazione dei tanti cicli di arazzi avviati negli stessi anni dalle manifatture medicee: agli esiti felici della Caccia all’orso e della scena di Lorenzo il Magnifico incontra il duca di Calabria, in prestito dal Palazzo Reale di Pisa, si accompagnano infatti i disegni e i cartoni preparatori da lui approntati per ulteriori cicli, a testimoniarne il ruolo di inventore, di inventor (come egli stesso si firmava), nella concezione compositiva e stilistica. Non solo: analoghe storie e analoghi soggetti - fra cui, appunto, le gesta medicee - diventeranno le matrici di un ulteriore percorso creativo per il nostro fiammingo, dando il via a una fausta produzione di stampe che diffonderà il suo nome in tutta Europa. Ecco che, nelle stesse sale, si osservano anche i disegni che origineranno le apprezzatissime serie di Cacce, mentre l’ultima sezione della mostra restituisce l’interesse dell’artista e dei suoi committenti verso le invenzioni e i ritrovamenti dell’età moderna: fra questi, un posto di rilievo è naturalmente assunto dalla scoperta dell’America - Americae retectio è il titolo di una serie progettata da Stradano per Luigi Alamanni - al cui fianco si stagliano le grandi novità del tempo. La fortunata serie di incisioni porta infatti il nome di Nova reperta, a indicare i principali elementi di sviluppo scientifico e tecnico della civiltà umana: fra queste la polvere pirica, gli occhiali, gli orologi e la bussola, la distillazione, la sericoltura e la stampa. Giovanni Stradano, disegnatore originale e capace, fece proprio della stampa lo strumento principe per una straordinaria diffusione delle sue tavole, affidando l’edizione della serie delle Nova reperta a Philips Galle ad Anversa.
Ed è proprio questa sua peculiarità ad aver ispirato la progettazione di un laboratorio artistico del tutto originale, proposto tanto alle scuole primarie e secondarie quanto alle famiglie con bambini e teso ad avvicinarsi alla calcografia. Dopo un percorso scelto in mostra, i partecipanti vengono quindi introdotti alle possibili forme di incisione dal Rinascimento ai nostri giorni, cogliendo le sfide e le opportunità offerte dalla tecnica: da una parte le difficoltà nell’incidere la materia, sia in cavo sia in rilievo, dall’altra la serialità insita nell’avere tra le mani una matrice inchiostrabile più e più volte. Piccoli e grandi hanno quindi la possibilità di conoscere strumenti e processi non così noti, come il bulino o la puntasecca, l’acquaforte o l’acquatinta, apprendendo quali siano le peculiarità di ogni tecnica e le specifiche fasi di lavoro, per poi cimentarsi con l’esecuzione di un disegno preparatorio e della sua successiva stampa. Se durante il corso A scuola d’arte, che approfondisce i diversi linguaggi artistici traendo ispirazione dalle opere dei musei fiorentini, è stata sperimentata l’incisione della lastra metallica tramite puntasecca, in tutti gli altri casi il laboratorio prevede - una volta conclusa l’invenzione del soggetto - la realizzazione di una stampa monotipo. Tutti i partecipanti vengono infatti dotati di una lastra di plexiglas sulla quale intervenire mediante inchiostratura a pennello, modulandone variamente la stesura per ottenere effetti variati in termini di intensità, densità, texture, per poi procedere con l’esecuzione della stampa su carta pergamena tramite torchio. L’approfondimento delle diverse possibilità tecniche ed espressive legate alla calcografia, in grado di affascinare non soltanto gli artisti del Rinascimento ma anche quelli contemporanei, e la sperimentazione di un personale processo di stampa consentono così di avvicinare il grande pubblico a una forma artistica non così largamente conosciuta eppure ampiamente diffusa - le stampe sono dovunque - e segnata da un incredibile ventaglio di declinazioni: basti pensare all’incisione su Adigraf tramite pennini e successiva inchiostratura, proposta da GIOTTO per i bambini di ogni età.
Perché, come aveva intuito Giovanni Stradano, l’esito su carta è sempre una scoperta.
La mostra Giovanni Stradano. Le più strane e belle invenzioni del mondo è in corso presso il Museo di Palazzo Vecchio a Firenze fino al 18 febbraio 2024.
Il laboratorio artistico Nel segno di Stradano è fruibile per le scuole primarie e secondarie dal lunedì al venerdì (per informazioni e prenotazioni didattica@musefirenze.it) e per le famiglie con bambini dai 7 ai 12 anni tutte le domeniche alle h11 (per informazioni e prenotazioni info@musefirenze.it)
Per approfondire: www.musefirenze.it