Racconti astratti, fra tentazioni e desideri

Valentina Zucchi, Responsabile Mediazione e Valorizzazione MUS.E Firenze

 

FILA e MUS.E condividono un percorso di collaborazione importante: da un lato MUS.E, con la valorizzazione quotidiana del patrimonio culturale della città di Firenze, dall'altro FILA - con il suo love brand GIOTTO Colore Ufficiale delle attività educational di questa importante Associazione. Il contenuto qui di seguito ci racconta di come l’arte e, in particolare, la pittura diano forma al nostro universo fantastico, un mondo – come diceva Cecily Brown a cui è dedicata la mostra Cecily Brown. Tempations, Torments, Trials and Tibulations, al Museo del Novecento fino a febbraio 2024 – di storie astratte che ci catturano e ci invitano all’esplorazione. Questo anche il senso dei percorsi guidati per bambini e degli atelier creativi a loro dedicati.

 

Fra i racconti agiografici di maggior risalto si stagliano le vicende di Sant’Antonio, vissuto nel III secolo d. C. in Egitto, che nel deserto affrontò le più suadenti tentazioni riuscendo a resistervi: la storia dell’arte ne celebra la forza in numerose rappresentazioni, dando forma a fantasiose immagini dei diavoli tentatori e sublimandone l’impegno ascetico, ispiratore di tutta l’umanità. Fra queste, spicca indubbiamente per qualità e fama l’incisione eseguita da Martin Schongauer (1448-1491), che ebbe larga diffusione in età moderna e che ispirò anche il giovane Michelangelo Buonarroti in formazione presso la bottega di Domenico Ghirlandaio.

Le fonti ricordano come l’esercizio dell’artista portò a un risultato eccellente, interpretando in pittura l’opera grafica di Schongauer con una precisa attenzione naturalistica e una rara vivezza espressiva e suscitando così l’ammirazione dei più e l’invidia del maestro. Una declinazione simile si ebbe con un altro dipinto, attribuito a un maestro fiammingo di metà Cinquecento: anche in questo caso il santo, dalla lunga barba eremitica e dal luminoso saio violaceo, si staglia nell’aria con espressione impassibile, seppure sia nello stesso tempo assalito da un gruppo di demoni dalle sembianze terribili e dai gesti altrettanto rudi.

È proprio questa tavola, di collezione privata, a essere esposta allo sguardo dei visitatori del Museo Novecento di Firenze in occasione di una mostra decisamente speciale: Cecily Brown. Temptations, Torments, Trials and Tribulations. Il dipinto è in effetti ispiratore di una profonda riflessione umana e artistica della celebre artista Cecily Brown, nata a Londra nel 1969 e attiva oltreoceano dagli anni Novanta (a lei è dedicata fino a dicembre anche una mostra personale anche presso il Metropolitan Museum di New York): tentazioni e tentativi sono le dinamiche che attraversano la ricerca di questa grande pittrice innervandola di una tensione vitale, interrogante, esploratrice.

Le opere esposte presso il museo fiorentino - in larga parte inedite e centrate sulle lusinghe dell’umanità, in ogni tempo e in ogni luogo - si offrono come viaggi in un universo immaginifico, tanto affascinante quanto temibile. Dipinti abbondanti nella misura, nella materia e nella narrazione, sulle cui superfici scorrono pennellate dinamiche e fluide, velando e svelando particolari di quel mondo terreno nel quale sguazziamo e dal quale fuggiamo quando la tensione si fa eccessiva. L’artista, che ha fatto dell’uso della pittura una cifra peculiare, presenta allo sguardo una sintesi perfetta tra passato e contemporaneità, tra figurazione e astrazione. Custode, negli occhi e nella mano, della grande storia della pittura occidentale - con particolare riguardo ai maestri del colore, dal Rinascimento a noi - Cecily Brown indaga se stessa e la realtà con i pennelli, trasportandoci grazie alle sue cromìe energiche e suadenti in un mondo complesso e avvincente, denso di storie e di personaggi.

È il caso della serie di opere ispirate appunto alle tentazioni di Sant’Antonio, così potenti da diventare magnetiche; e se l’artista ci parla di tormenti, tentazioni, prove e tribolazioni - ovvero di tutto ciò che mette ogni giorno alla prova le nostre esistenze - nondimeno i suoi quadri inneggiano a una vitalità luminosa e sorprendente.

Di fronte a queste opere ci fermiamo a lungo, incantati dall’energia che emanano, attratti da ciò che ci sembra di intravedere o di intuire. È di fronte a queste meravigliose “storie astratte”, come la stessa Cecily Brown le definisce, che invitiamo gli adulti a sostare e i bambini a sedersi, gambe incrociate, lasciandosi trasportare e catturare. Qualcuno potrà sorprendersi a scorgere paesaggi, animaletti (non vi sembra di vedere conigli, serpenti o rane?) e figure  nascoste; qualcun altro, parimenti stupito, vivrà la magia di caleidoscopici riflessi e bagliori; ancora, a qualcuno parrà di distinguere gesti, movimenti, passaggi in azione. Poi, con questo immaginario negli occhi, si potrà osservare la serie di litografie, anch’esse ispirate alle tentazioni di Sant’Antonio, sapientemente declinate nelle trasparenze, nelle velature, nelle sovrapposizioni, esercizi di ricerca più che di stile.

Anche qui i nostri piccoli visitatori potranno osservare, cercare, esplorare, inseguendo creature reali, sognanti o mostruose, echi sempre nuovi di desideri e paure. In questa sala, lapis alla mano, si comincerà a dare forma al proprio universo fantastico - dove tutto è libero viaggio, esplorazione, inseguimento dei propri sogni e fuga dalle tentazioni - portandolo in vita subito dopo grazie al colore.  In atelier, infatti, tempere e pennelli permetteranno di seguire l’invito di Cecily Brown - e di noi con lei - per muovere i propri passi verso l’esperienza della pittura, partecipi di un mondo dove pulsa l’energia della vita, dove le apparenze si sfaldano per dare forma a nuove presenze.

I bambini, liberi e sperimentali artefici, potranno così animare il proprio mondo visivo, fatto di esseri realistici, magici o fatati, abbiano essi il pelo ispido o le zampe paffute, lunghi nasi o squame iridescenti, ali impalpabili o zampe snelle.

È proprio in questo universo fantasmagorico, specchio di una dimensione che non è né sogno né tentazione, né paradiso né inferno, che possiamo cogliere i frutti della nostra immaginazione potente: più potente della realtà.

 

La mostra Cecily Brown. Temptations, Torments, Trials and Tribulations, a cura di Sergio Risaliti, è in corso presso il Museo Novecento di Firenze fino al 4 febbraio 2024. I laboratori per le scuole primarie possono essere prenotati tutti i lunedì, martedì, mercoledì e venerdì mattina, quelle per le famiglie con bambini tutti i sabati alle 16.30.

Per approfondire: www.musefirenze.it e www.museonovecento.it

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