Shibori per tingere i tessuti: curiosità, tecniche e consigli

Cos'è lo Shibori

Si chiama Shiborizome, conosciuta come Shibori, la più antica tecnica giapponese per la tintura dei tessuti. L’origine di questo nome deriva dal termine “shiboru” che significa letteralmente stringere, strizzare, pressare. Le tinture utilizzate, di matrice vegetale, vengono estratte da piante e fiori come il glicine e l’ortica. La tecnica, ottenuta in seguito a molteplici sperimentazioni, consiste nell’annodare un tessuto e immergerlo poi in un bagno di tintura per creare dei disegni, delle fantasie astratte. Lo Shibori è considerata a tutti gli effetti un’arte che, attraverso i secoli, viene tramandata da maestro ad allievo.

Tuttora, alle giapponesi che decidono di sposarsi con l’abito tradizionale, viene consegnato come augurio di buona sorte un fazzoletto tinto con la tecnica dello Shibori. Le future spose hanno il compito di custodirlo nella cintura (obi) che tiene chiuso il kimono per tutta la durata del rito nuziale. L’effetto che si ottiene usando questa tecnica è davvero creativo, sorprendente…un’esperienza da provare!

Oggi con Diario Creativo affrontiamo quindi un viaggio nel Paese del Sol Levante per scoprire le tecniche, i metodi e le modalità di tintura di questa antichissima e raffinata arte. Pronti a partire con noi?

Origini dello Shibori: l'arte di decorare i tessuti

Negli Stati Uniti, sul finire degli anni ’60, viene coniato un nuovo termine per indicare la tecnica di colorazione dei tessuti che, per realizzare disegni sugli abiti, prevede dei nodi: Tye Dye. Nonostante questo nome venga reso noto in tempi moderni, le origini di questa tecnica si possono collocare in un’epoca remota, e sono ben più antiche.

Lo Shibori nasce infatti in Giappone durante il periodo Edo e il primo capo decorato con questa tecnica, donato all’imperatore, risale all’VIII secolo. Fino alle soglie del XX secolo in Giappone non venivano utilizzati molti tessuti e materiali, i principali erano la seta, la lana e la canapa, solo in un secondo tempo subentrò anche il cotone. Per quanto riguarda i colori, celebre per la tintura in polvere blu, lo Shibori si differenzia da tutte le altre tecniche per l’uso dell’indaco.

Questa tonalità è tuttora molto apprezzata e usata non solo perché la violetta è uno dei fiori più diffusi in Giappone, ma anche per un motivo strettamente legato alla tradizione: gli appartenenti alla classe sociale più alta in passato erano soliti indossare capi di questo colore considerato “prestigioso”. L’atto di dipingere con questa tinta ha assunto talmente tanta importanza da aggiudicarsi addirittura un nome specifico: aizome. Lo Shibori viene utilizzato ancora oggi anche per i kimono e gli abiti di uso quotidiano, i motivi decorativi presenti su tali capi sono tra i più svariati: non vi è limite alla fantasia!

Le varie tecniche di tintura Shibori

Esistono diverse tecniche per realizzare le decorazioni sui tessuti, la caratteristica che le differenzia è il modo in cui le stoffe vengono annodate. Questo passaggio è fondamentale e andrà a determinare il disegno che si vuole realizzare, il risultato che si vuole ottenere. Entrando nello specifico, andiamo a presentare le più celebri e riconosciute:

  • Kanoko-Shibori
    tecnica molto simile a quella del Tye Dye, nota in Europa, viene usata principalmente per realizzare motivi a forma I tessuti vengono suddivisi in sezioni grazie all’utilizzo di un filo. Per ogni sezione, in base a quanto sarà legata stretta la stoffa, si otterrà quindi un differente risultato.
  • Miura-Shibori
    una delle tecniche più facili, nota come “legatura ad anello”. Prevede la divisione in sezioni strappando la stoffa tramite un ago In seguito a quest’operazione, bisognerà annodare ogni sezione con un filo per due volte evitando di creare nodi.
  • Kumo-Shibori
    conosciuta anche con il nome di “spider design” a causa dell’effetto finale che ricorda molto quello prodotto dalle sagome delle ragnatele. Per usare questa tecnica bisogna essere pignoli, ci vuole molta precisione e un gran senso della misura perché il tessuto dovrà risultare uniforme e successivamente piegato in piccolissime porzioni.
  • Nui-Shibori
    tecnica che prevede il punto filza semplice, si procede attorcigliando per bene il tessuto tirando al massimo il filo. Permette di avere più controllo sul disegno e una più ampia gamma di motivi decorativi.
  • Arashi-Shibori
    utilizzando questa tecnica si otterranno sempre elementi decorativi in diagonale che produrranno l’effetto visivo dato dalla pioggia battente che cade durante un violento temporale. Arashi, non a caso, significa proprio tempesta. Il tessuto sarà quindi annodato in diagonale, appallottolato e infine piegato.
  • Itajime-Shibori
    per utilizzare questa tecnica bisogna procurarsi due pezzi di legno, utili a pressare il tessuto evitando così che il colore possa penetrare nella stoffa, e una corda per tenerli fermi. Gli artigiani tessili contemporanei usano sempre più spesso il plexiglass al posto del legno e, in sostituzione alla corda, una morsa a vite.

Come fare lo Shibori

Se volete imparare ad effettuare decorazioni seguendo questa affascinante arte giapponese dovete innanzitutto procurarvi due bacinelle d’acqua: una servirà per sciogliere il colore, l’altra per bagnare la stoffa. Recatevi in negozi specializzati dove potrete recuperare tutti gli oggetti e gli accessori utili a realizzare l’effetto desiderato: colori naturali, elastici, corda, mollette, bastoncini e pezzi di legno.

Sono disponibili anche de kit con il pigmento e dei flaconcini per fare i dettagli precisi. In generale si possono utilizzare sia pigmenti sia colori liquidi più o meno concentrati. L'importante è che siano adatti al tessuto. Noi suggeriamo il prodotto Maimeri IDEA STOFFA.

Ora siete pronti a procedere!
Il tessuto di cotone, in seguito a piegatura e legatura, andrà inizialmente immerso nell’acqua pulita. Andrà poi strizzato e depositato nella bacinella con il colore dove subirà il cosiddetto “bagno di tintura”. Dovrà quindi restare lì per circa 10 minuti, per fare in modo che il colore venga assorbito, per la penetrazione delle tinte. Trascorso il tempo utile a questo processo, andrà prelevato e strizzato energicamente. In seguito a ciò, si potrà lasciare all’aria aperta il tessuto legato e ancora piegato fino all’asciugatura, per consolidare la colorazione.

Nota importante: per evitare la perdita dei colori sulla pelle è consigliabile risciacquare i vestiti più volte in acqua fredda!

Lo Shibori ai giorni nostri

Questa tecnica è ancora molto in voga nelle aziende tessili giapponesi, sia in quelle che producono vestiti della tradizione sia in quelle dove si confezionano abiti moderni. I giovani giapponesi, immersi in ambienti stimolanti e grandi città come Tokyo, hanno lanciato sul mercato degli stili totalmente innovativi utilizzando questa antica arte, mantenendo sempre lo sguardo rivolto anche al benessere degli animali e dell’ambiente per ridurre i danni derivanti dai cambiamenti climatici.  Il tema della sostenibilità, lo sappiamo tutti, è diventato sempre più protagonista negli ultimi anni e le nuove generazioni, più di quelle del passato, sono sempre più attente alla riduzione degli sprechi. Uno, tra i tanti modi possibili, per salvaguardare il nostro Pianeta è quello di prolungare la vita dei vecchi abiti donando loro una nuova “veste” attraverso la trasformazione del tessuto e il riciclo, prediligendo sempre le fibre naturali a quelle sintetiche.

Ora che avete ricevuto tutte le informazioni necessarie, e anche qualche curiosità, vi è venuta voglia di sperimentare la tecnica dello Shibori? Siamo certi che questa arte potrà regalarvi tante soddisfazioni e, perché no, fornirvi una buona scusa per rinnovare il vostro armadio e testare un nuovo stile!

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