L’architetto e storico Giovanni Renzi ha deciso di sfruttare le sue giornate di quarantena forzata intrattenendoci con una storia al giorno legata alle matite. Con questo racconto prima ci accompagna nel mondo degli antichi dei e poi ci guida nel luogo in cui venivano nascosti: le cartolerie.
“Una matita al giorno” – La matita degli Dei
Dare un nome ad una matita in grafite non deve essere semplice. È un oggetto d’uso comune, che sembra banale, e deve avere un nome che invece ne aumenta l’importanza o che richiama una delle sue caratteristiche; il segno particolarmente nero, la durezza della mina, la purezza.
Molte matite italiane nascono con nomi legati al posizionamento geografico dell’azienda. La FILA ad esempio, nata a Firenze, ha da subito le linee Tosca, Fiorenza, Beatrice; la Presbitero le matite Milano e le Ambrosiano; la FIM di Torino le linee Torino e le Piemonte. Oppure troviamo nomi che risentono del momento politico particolare della nazione: Balilla e Tricolore (FILA), Italia, Libro e Moschetto (FIM), Littoria e Mussolini (Presbitero); oppure di battaglie importanti per la Storia del nostro Paese come Vittorio Veneto, Fiume, Isonzo, Massaua e Macallè. Anche i lavori per cui sono consigliate danno alle matite diversi nomi: Contabile, Falegname, Scolaro, Presidente etc. etc. Infine ci sono esempi di matite famose anche solo per il loro numero di catalogo come la 205 della FILA in Italia o la 602 Blackwing della Eberarth Faber in Stati Uniti e ora della Palomino nel mondo.
E poi c’è una categoria tutta particolare.
Non ho mai trovato storie mitologiche greche o romane in cui viene raccontato di Dei che scrivono o mandano messaggi scritti. Forse perché non ne avevano bisogno avendo Hermes, il Dio reputato a portare i messaggi, se non personalmente tramite i sogni, ad adempiere a questa incombenza.
Però quasi tutte le marche di matite hanno utilizzato i nomi degli Dei greci o romani o della mitologia dei due antichi popoli per le loro linee commerciali.
Giove, Kronos, Apollo, Giano, Diana, Minerva, Marte, Eros e Venere. Tutti hanno soggiornato per anni nelle nostre cartolerie, nei nostri astucci e nelle nostre case.
Iniziamo dalle nostre produzioni, domani continueremo con quelle straniere:
Le matite più antiche con nomi degli Dei le ho trovate su un catalogo della ditta Pangrazzi di Milano del 1910. Sono le matite copiative viola “Giove” in legno di Cedro. Le matite con il nome romano del Dio degli Dei, signore della pioggia, erano di diverse misure e dimensioni, tutte laccate di giallo come tradizione o grigie. Anche la FIM di Torino utilizza questo Dio ma con il nome romano di Jupiter, nome tra l’altro anche utilizzato per una serie di temperamatite, bellissimi, da tavolo di fabbricazione tedesca.
Nel listino/catalogo del 1922, il primo ad oggi conosciuto della FILA, troviamo invece la matita Minerva-Selecta. Il nome Minerva rimane in catalogo solo pochi anni. Nel 1925 le stesse matite vengono chiamate solo con il nome Selecta. Ma la FILA utilizzerà il nome della Dea, divinità romana della lealtà in lotta delle virtù eroiche, della guerra giusta (guerra per giuste cause o per difesa), della saggezza, delle strategie (è riconosciuta anche protettrice degli artigiani) ancora negli anni Cinquanta.
Una delle matite più importanti e famose della FILA è la matita Orion, nome latino di Orione; matita che rimarrà in commercio per oltre 40 anni ed è una delle prime linee con il nome brevettato. Orione è presente sia nella mitologia greca che in quella romana. Con diversi racconti sia sulla sua nascita che sulla sua morte. Orione era un umano non un Dio; un gigante bravissimo nella caccia tanto che Diana spesso voleva cacciare con lui. Un giorno per errore, sfidata da Apollo, che di Orione era geloso, Diana scoccò una freccia per un bersaglio lontanissimo, che riusciva a malapena a vedere e che colpì a morte. Era Orione. Alla sua vista, Diana pianse mentre Sirio, il cane fedele di Orione, ululava nel vento. Giove ebbe pietà di quel dolore e accolse Orione e Sirio in cielo tra le costellazioni più splendenti. Orione, nel cielo, è inseguito sempre dalla costellazione dello Scorpione in quanto quando fu colpito da Diana stava scappando da un velenosissimo scorpione scatenato dalla Madre Terra, sempre su consiglio di quel gelosone di Apollo.
La FILA inserirà molto presto, già negli anni Trenta e fino agli anni Sessanta, anche la matita Giano, una matita bicolore rossa e blu con finitura laccata marrone che riprende (avendo due lati con colori diversi) la storia di Giano bifronte; Dio romano degli inizi materiali e immateriali; uno degli dei più antichi. Un Dio prettamente romano, o al massimo italico, visto che anche gli etruschi avevano una divinità simile. Un Dio tra i più importanti almeno in età arcaica dove è associato alle stagioni e al divenire di queste. Ma, il fatto di essere un Dio prettamente italico non fermò anche aziende straniere ad utilizzare il nome per una linea di matite. La A.W.Faber avrà la sua linea Janus con la faccia doppia sulle confezioni delle sue matite copiative laccate gialle.
FILA e Faber, ma questa volta la Johann Faber, utilizzeranno il nome di Apollo. La Fila per una matita laccata gialla negli anni Sessanta mentre la Johann Faber per una copiativa già nella prima metà del Novecento. Apollo è il Dio del Sole , romano e greco, di tutte le arti, della musica, della profezia, della poesia, delle arti mediche, delle pestilenze e della scienza che illumina l'intelletto; il suo simbolo principale è il Sole o la lira. Poi che nella mitologia ne abbia combinata una più di Bertoldo è un discorso secondario. Concesso solo agli Dei.
La FIM di Torino aveva nel suo catalogo le matite Kronos, uno degli Dei primordiali; padre di Zeus e figlio della Madre Terra che, avendo avuto la predizione di essere detronizzato da uno dei suoi figli, aveva l’abitudine di mangiarseli.
Un amore paterno e un modo di risolvere il problema dell’educazione un po’ particolare. Zeus dopo varie peripezie riuscì a farsi “assumere” come coppiere da Kronos e lo avvelenò riuscendo a fargli vomitare tutti i suoi fratelli, Ade e Posidone, che erano stati divorati. Evidentemente Kronos aveva problemi di digestione!
Inutile aggiungere che tutte queste matite scrivevano, e scrivono ancora, da Dio.
Giovanni Renzi