Agenda 2030 ONU per lo Sviluppo Sostenibile. Obiettivo 11. Città e comunità sostenibili, nella cultura
Valentina Zucchi
Responsabile Mediazione e Valorizzazione MUS.E Firenze*
*Da anni FILA sostiene le attività culturali e laboratoriali che MUS.E – GIOTTO è il Colore Ufficiale di tutte le attività educational – propone a bambini, ragazzi e alle loro famiglie. Un percorso di crescita ed educazione creativa importante e consolidato.
Quello che segue è il secondo di tre contenuti speciali che il MUS.E ha realizzato in esclusiva per Diario Creativo per condividere spunti, suggestioni e visioni sul ruolo dell’arte, della bellezza e della crescita consapevole delle nuove generazioni all’interno di un nuovo paradigma guidato dalla sostenibilità.
L’Agenda 2030 dell’ONU è ormai la “nostra” agenda, quella che tutti noi - piccoli o grandi - dovremmo seguire nella nostra vita quotidiana e che dovrebbe orientare le nostre scelte e le nostre azioni; ed è indubbio che il mondo della cultura, occupandosi di conoscenza, possa e debba profondere tutti gli sforzi possibili per promuoverne la diffusione e amplificarne la portata. Infatti, se le istituzioni culturali possono incidere poco sulle strategie economiche e produttive del pianeta, possono certamente fare molto sullo sviluppo di saperi e sensibilità su cui fondare il nostro prossimo futuro. Ne discende una profonda responsabilità nei confronti del mondo che ci ospita e che contribuiamo ogni giorno a trasformare: l’opportunità di attivare percorsi virtuosi di avvicinamento, di comprensione e di appropriazione dei valori e degli obiettivi globali che ci siamo dati.
Fra questi, l’obiettivo 11 è sicuramente strettamente intrecciato al lavoro dei musei e in particolare al nostro. I musei di Firenze nei quali operiamo e il “museo a cielo aperto” che è Firenze Patrimonio Mondiale (ormai dal 1982 fra i siti da custodire, preservare e valorizzare per il proprio valore eccezionale e universale) sono a tutti gli effetti elementi fondanti l’identità cittadina, intendendo con essa non solo il portato storico e artistico che hanno in sé ma anche e soprattutto quell’intima, familiare e sempre viva connessione fra il patrimonio e coloro che lo abitano. Sì, perché se nell’ultimo periodo - sull’onda di una situazione pandemica che di colpo ha ristretto confini geografici, abiti spaziali e mentali - le considerazioni sul gran turismo e il dialogo con il territorio non sono mancate, ciò che connota un museo, un’architettura, una piazza o una città da sempre è di vivere in stretta connessione con chi quei luoghi li abita, li vede, li respira. L’attenzione verso coloro che, implicitamente, considerano quei luoghi parte del proprio immaginario e verso coloro che, invece, vivono ancora con distanza i luoghi della cultura a loro prossimi è per un museo prioritaria. Un’attenzione prioritaria a maggior ragione nei momenti di difficoltà, nei quali ci si può stringere intorno alla cultura e sentire meno disorientati; ma anche nella vita ordinaria, quando frequentare i “propri” spazi culturali diventa un modo per vivere il tempo libero in modo benefico, piacevole e fecondo.
Ecco che il rapporto fra musei, patrimonio, comunità e cittadini diventa fondamento e fine di un insieme di azioni, di progetti, di iniziative che si sviluppano nel tempo e si declinano rispetto alle sfaccettature del contingente, ma che rispondono a un obiettivo permanente: quello di sviluppare una città sostenibile, una città che “si tiene” e “si sostiene” grazie alla relazione fruttuosa fra le sue diverse componenti.
È a partire da queste premesse che MUS.E rivolge una grande attenzione alla comunità locale, a quel “pubblico di prossimità” di cui ultimamente si è molto parlato, promuovendo occasioni sempre nuove di fruizione e di frequentazione del patrimonio civico da parte dei residenti di ogni età e di ogni profilo, dagli asili nido alle residenze per anziani, dalle famiglie ai giovani, dagli appassionati ai migranti. L’impegno nei confronti della cittadinanza è costante e profondo, implicando lo sviluppo di una progettualità ampia e varia, che da una parte coinvolge tutti i musei in cui MUS.E opera, valorizzandone le singole peculiarità, e dall’altra intercetta bisogni, esigenze e desideri di tutti i possibili destinatari.
Le formule sono le più varie: possiamo qui ricordare gli eventi di living history in Palazzo Vecchio o i laboratori d’arte al Museo Novecento, le conferenze per il grande pubblico o i percorsi polisensoriali per i visitatori con bisogni speciali, le attività educative per le scuole o i “musei in valigia” per chi non può raggiungere fisicamente il museo…o semplicemente non ci ha mai pensato. Le proposte, improntate ai principi di accessibilità (fisica, sociale, economica), si distribuiscono lungo tutto l’anno, tutti i mesi, tutti i giorni, offrendosi come orizzonti a cui guardare (una volta all’anno, una volta al mese, ogni giorno!), come piccoli ma preziosi mattoncini per la crescita della comunità.
La straordinarietà di un’esperienza culturale in un museo, sia essa vissuta da un bambino, da un immigrato o da uno studioso, si combina così con un senso di familiarità che ogni volta si definisce sempre di più, che valorizza connessioni, ancor prima di conoscenze, promuovendo una visione organica fra la città, i suoi luoghi e i suoi abitanti.
In questo ambito, un impegno particolare è profuso verso una sempre più piena e consapevole fruizione del centro cittadino, Patrimonio Mondiale: cuore pulsante della città, costellato di meraviglie dell’arte e della storia, idealmente racchiuso dall’ultima cerchia muraria medievale e da poco esteso fino all’abbazia di San Miniato al Monte; tessuto di architetture e di monumenti, di strade e di piazze, di giardini e di vedute - segnato dallo scorrere del fiume Arno - che tuttora si presenta al mondo come un incanto. E che tuttavia rischia ogni volta di essere banalizzato, mal interpretato, trasformato in cartolina vuota di un tempo che fu e che non ci appartiene. È proprio questo il concetto chiave: l’appartenenza. Appartenere implica sentirsi partecipe, non proprietario, non consumatore, non cliente. Il senso di appartenenza non si costruisce a tavolino e non è appannaggio esclusivo dei residenti: è il frutto di un’infinita sedimentazione di esperienze, di un continuo intreccio di rapporti, che si costruisce ed evolve nel tempo. Se ci si sente parte di qualcosa, se ne ha interesse e cura: è questo il senso, per esempio, del progetto Firenze per Bene, nato qualche anno fa per sensibilizzare a una fruizione rispettosa e attenta del centro cittadino, partendo da piccolissimi gesti; ed è questo il senso della pluralità di percorsi e di attività sviluppati negli anni da Firenze Patrimonio Mondiale e da MUS.E.
Fra questi, si citano qui le esperienze che hanno tratto occasione dal settecentenario della morte del fiorentino Dante Alighieri (1321-2021): oltre al coordinamento di tutte le iniziative cittadine legate al sommo poeta, nella primavera di quest’anno abbiamo attivato una settimana di iniziative digitali correlate alla vita del sommo poeta e alla sua relazione con Firenze e un calendario di passeggiate dantesche nel centro storico. Passeggiate che, da marzo, hanno scandito ogni domenica mattina e che permettono a chi ne fruisce non solo di conoscere il contesto storico, urbanistico e politico in cui Dante visse e di coglierne tratti di vita quotidiana, ma anche di apprezzare il centro storico secondo una prospettiva del tutto peculiare.
Infine, un cenno alle proposte presenti nell’offerta educativa di questo anno scolastico incipiente: oltre agli itinerari volti ad approfondire le diverse età storiche della città dall’età romana a oggi, fruibili sia in presenza sia in digitale, sono attivi i percorsi specificamente legati ai temi dei siti Unesco e dell’Agenda 2030, che trovano nell’arte e nella storia di Firenze la linfa per tracciare progetti di “educazione civica planetaria”: quell’educazione che non riguarda solo i bambini e i ragazzi, ma ciascuno di noi, per essere sempre più e sempre meglio “città e comunità sostenibili” in questo mondo.