PONGO e #OneLove: l’opera collettiva di Norma Jeane al MUDEC

Norma Jeane, #OneLove, 2022
Installation views: "TOGETHER. Interact – Interplay – Interfere" curated by Judith Waldmann, Kunst Meran Merano Arte 2022. Courtesy the artist and Kunst Meran Merano Arte. Foto Ivo Corrà

PONGO e #OneLove, l’opera collettiva di Norma Jeane,

al MUDEC di Milano

Dal 17 novembre al 12 marzo 2023

Continua la collaborazione tra PONGO e il progetto artistico di Norma Jeane (un*artista senza corpo, senza genere, senza una biografia) per l'opera #OneLove. Dopo il successo dell'esposizione al Merano Arte (ne avevamo parlato qui), Norma Jeane è protagonista di un'opera site-specific nella Project Room del Contemporaneo (a cura Katya Inozemtseva) al Mudec di Milano.

L'operazione è simile a quella di Merano, ma in una dimensione più grande. Infatti, per l’opera milanese, l'artista ha previsto di realizzare un parallelepipedo di 129 x 126 x 92,4 cm che corrisponde a 4.536 "mattonelle" di PONGO, circa il doppio rispetto alle dimensioni dell'installazione precedente.

In quest'occasione, abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere direttamente con Norma Jeane sull'origine e l'evoluzione del progetto #OneLove e l'utilizzo di PONGO (qui tutte le info sul prodotto che ha compiuto 70 anni). Ecco quello che ci ha raccontato.

"L’origine del progetto #OneLove risale a più di dieci anni fa. Nel 2011 Norma Jeane fu invitata da Bice Curiger a partecipare alla 54. Biennale di Venezia nel bel mezzo delle primavere arabe. Il momento era drammatico e si decise di realizzare un’opera che invece di riferirsi a quegli avvenimenti in modo tragico e doloroso (la realtà e i mezzi di informazione si incaricavano già di raccontare questo aspetto) mettesse in evidenza il lato vitale e di grande partecipazione nella piazza Tahrir de Il Cairo, occupata da giovani musulmani e cristiani uniti dalla speranza in un futuro migliore /Jan25 (#Sidibouzid, #Feb12, #Feb14, #Feb17…).

Per questo, a quel tempo, mi rivolsi a FILA chiedendo di poter lavorare con una grande quantità di PONGO e realizzare una specie di “playground” con al centro un parallelepipedo (con i colori della bandiera panaraba) che nel corso dei mesi sarebbe stato trasformato in infinite forme e messaggi dal pubblico internazionale della Biennale.

All’inizio di quest’anno, con l’attenuarsi delle limitazioni provocate dal COVID, questo progetto ha suscitato l’interesse di varie istituzioni culturali per la sua natura partecipativa. Tra queste il Kunst Meran - Museo di Arte Contemporanea di Merano e, più recentemente, il Mudec, Museo delle Culture di Milano.

Per questa nuova versione del progetto ho scelto di concentrarmi sul tema delle identità e delle diversità che spesso entrano in conflitto tra loro. Ho utilizzato la bandiera arcobaleno che con piccole differenze rappresenta diverse istanze (identità sessuale, pace, internazionalismo, sport -maglia iridata-, ecc.) come base su cui lavorare. Ho però inserito all’interno del parallelepipedo di PONGO un altro parallelepipedo più piccolo, non visibile dall’esterno, costituito di strati di bianco e di nero: i colori neutri che sono iconici in ogni concezione binaria (questo o quello, di qua o di là, senza sfumature intermedie).

L’idea è che, con la manipolazione gioiosa e incessante del pubblico, tutti i colori si mescoleranno in una varietà sempre mutevole di forme e in infinite sfumature di colori. Nessun colore escluso, anche quelli che provano a negare gli altri. Un modo per sorpassare bandiere e schieramenti e accogliere la mutevole complessità di ogni cosa che riguarda la vita.

Per evocare un’atmosfera fuori dal tempo e dalle convenzioni, e allo stesso tempo accogliente e rassicurante, ho deciso una volta ancora di avvalermi del PONGO che, nell’esperienza personale di tutti richiama momenti di libertà e divertimento durante l’infanzia. Momenti archetipici che precedono la formazione dei pregiudizi. La materia, morbida e accogliente, si scalda nelle mani e si lascia trasformare ancora e ancora e ancora. Una metafora perfetta per un mondo che vorremmo meno scabro e spigoloso".

Vi aspettiamo al MUDEC!

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