La comunicazione visiva, come tutti i tipi di comunicazione, si basa sul trasmettere idee e informazioni. Più in generale si trasmette messaggio in un determinato contesto. In questo caso il messaggio che il mittente vuole veicolare viene percepito dal destinatario, totalmente o solo in parte, attraverso un codice e tramite un canale specifico: il senso della vista.
Il linguaggio visivo ha successo perché i simboli hanno una storia o appartengono a una determinata cultura ed essendo riconoscibili, possono essere il mezzo ideale per trasmettere, anche solo tramite un rapido sguardo, messaggi non troppo immediati, difficili da spiegare.
La comunicazione visiva fa uso di diversi strumenti per esprimersi, tra i tanti ritroviamo il disegno, la pittura, l’architettura, i film, le locandine, la scultura, le fotografie e il colore. In questo mondo sempre più tecnologico e digitalizzato anche computer e televisione, il design, la pubblicità e la grafica sono sempre più protagonisti e utilizzati come strumenti per veicolare messaggi. Il linguaggio visivo non comprende però solo elementi puramente visivi, spesso le immagini vengono associate anche ad un testo, come ad esempio una poesia, o dei suoni. Questi elementi aggiuntivi aiutano a rendere più comprensibile il messaggio, a rafforzarlo e trasmetterlo con più facilità nella mente dei destinatari i concetti che si vogliono veicolare.
In questo articolo parleremo del linguaggio visivo. Scopriremo insieme cos’è, a cosa serve. Inoltre, vedremo la sua applicazione in diversi campi dell’arte come musica, letteratura e arti multimediali. Iniziamo!
Cos’è il linguaggio visivo
Il linguaggio visivo è una forma di comunicazione che utilizza elementi visivi in contrapposizione al linguaggio formale scritto per trasmettere un significato o un’idea. La capacità di comunicare visivamente è considerata importante quanto l’alfabetizzazione e la matematica, le capacità di leggere e contare.
Se parliamo di linguaggio diviso, dobbiamo prima di tutto suddividerlo in tre macro tipologie:
- LINGUAGGIO VISIVO OGGETTIVO: non c’è spazio per fraintendimenti ed equivoci, esiste una sola possibile interpretazione, ha un solo ed inequivocabile significato. Il messaggio passa in modo diretto es. bugiardino farmaci, libretto di istruzioni per elettrodomestici o altro
- LINGUAGGIO PUBBLICITARIO O PROPAGANDISTICO: lo scopo è informare, invogliare il destinatario ad avvicinarsi ad un determinato servizio o prodotto
- LINGUAGGIO ARTISTICO: ha una funzione puramente estetica, non esistono regole precise e il messaggio cambia in base alla percezione del destinatario. L’interpretazione è libera, ogni individuo ha la possibilità di avere una propria personalissima chiave di lettura e, letteralmente, un proprio “punto di vista”.
A cosa serve il linguaggio visivo
Il linguaggio visivo è utilissimo e ciò lo si può intuire facilmente, basta pensare che, nella nostra quotidianità siamo tutti immersi e circondati da diversi esempi di comunicazione visiva. Il più immediato è certamente la segnaletica stradale e i cartelli che ci indicano luoghi di interesse come supermercati, ospedali, aeroporti etc.
Pensate alla cartellonistica presente sulle strade in tutta Europa: grazie a simboli riconoscibili da tutti è possibile viaggiare in totale tranquillità grazie alla completa comprensione del testo e dei simboli grafici
Se pensate a una colomba con un ramo di ulivo in bocca vi porta subito alla mente il simbolo della pace, è in grado di infondere un senso di serenità e speranza in chi la guarda, oppure il simbolo della pace, quando lo guardiamo il suo significato è inequivocabile.
Potremmo fare tantissimi altri esempi di simboli che conoscete bene e che hanno delle funzioni specifiche di comunicazione, come ad esempio il simbolo del riciclo. Ma cosa ne pensate di girare per casa e vedere se ne riconoscete qualcun altro? Oppure potreste anche imparare a progettare un simbolo o un logo mettendoci tutta la vostra fantasia e creatività. Per sapere come fare, date un’occhiata al nostro laboratorio Smartphone, social, emoticon, un mondo fatto di loghi | FILA.
Codici e parametri del linguaggio visivo
Il mondo in cui viviamo è in mano alla comunicazione visiva: riviste, pubblicità, televisione, web, social network. Tutte queste immagini non esistono per pura casualità, ma sono state pensate e poi realizzate con uno scopo preciso come invogliarci a comprare un determinato prodotto, partecipare ad un evento, educarci oppure semplicemente farci emozionare e intrattenerci. Per capire in profondità la realtà che ci circonda dobbiamo spogliare le immagini, smontarle in tanti pezzi come degli oggetti e andare alla ricerca degli elementi base di cui sono composte.
Dobbiamo fare una vera e propria analisi tecnica per comprendere il loro significato e imparare a distinguere quelle utili da quelle inutili, le vere da quelle false. Questa attività viene spesso proposta a scuola a bambini e ragazzi quando si vogliono analizzare i capolavori dei grandi artisti. La composizione di un’opera è infatti fondamentale se si vuole comprendere fino in fondo il significato che sta dietro a quella rappresentazione.
Prendiamo ad esempio un dipinto, per comprenderlo dovrà essere scomposto in tutte le sue parti, in tutti gli elementi visivi che lo compongono: le linee e forme che l’artista ha scelto per rappresentare i suoi soggetti, il senso che sta dietro a un punto o una linea o perché si è scelto di optare per un cerchio invece di un triangolo per raffigurare il tetto di una casa.
Studiare i segni, la simmetria delle figure, insomma, interpretare il linguaggio pittorico che sta dietro a un paesaggio o a un ritratto non è facile, bisogna andare molto in profondità! Sarà poi necessario anche analizzare e studiare il movimento della luce, se è presente il chiaroscuro e perché è stato utilizzato, cosa si è voluto enfatizzare tramite quel contrasto.
Il linguaggio visivo applicato alla musica
Il legame tra musica e immagine è stretto, è un rapporto di lunga data che ha trovato un proprio equilibrio nel tempo. Escludendo esempi noti a tutti come videoclip e spot pubblicitari, ci sono tanti diversi modi per unire questi due universi. Esistono molteplici soluzioni, alternative e creative, molto efficaci e dal forte impatto emotivo, capaci quindi di guidarci lungo il cammino della conoscenza delle emozioni.
Un esempio è il “silenzio sonoro” per far in modo che tutte le attenzioni si concentrino sull’immagine oppure l’esatto contrario ovvero bloccare le immagini e lasciare accesa solo la musica, per lasciare al ritmo il compito di accompagnare ciò che si sta guardando. È possibile anche combinare la musica e le immagini tramite i colori, sceglierne uno dominante dato dal timbro, dal tono del brano musicale e dal colore presente nella rappresentazione visiva. In tv capita spesso di produrre programmi a cui vengono associate sigle che hanno, nel testo cantato, il titolo del programma stesso. Tutto ciò per fissarsi bene nella mente degli utenti, per diventare indimenticabili!
Anche Diario Creativo è coinvolto in progetti a supporto dell’unione di più linguaggi, in questo caso musica e arte intesa come linguaggio visivo. Ne è un esempio il progetto Biennale Educational per Diario Creativo nato dalla collaborazione tra FILA e La Biennale di Venezia. Lo scopo è stato quello di puntare l’attenzione sullo sviluppo e la valorizzazione dell’espressione creativa di ognuno tramite il progetto Educational de La Biennale che ha accolto nostro programma didattico Second Life Non Ti butto Ti Riuso dedicato ai temi del riuso e del recupero dei materiali, e lo ha rilanciato adattandolo e integrandolo trasversalmente in tutti i percorsi Educational 2022.
Linguaggio visivo applicato alla letteratura
Se parliamo di libri e letteratura in genere legata al mondo del linguaggio visivo, i libri degli artisti sono sempre un esempio molto importante per comprendere come la scrittura e le immagini siano da sempre in grado di convivere e completarsi. Come possiamo leggere da Saggi di cultura visuale Arte, letteratura e cinema per far sì che il linguaggio visivo e la letteratura convivano, è importante che le illustrazioni non vadano mai interrompere la progressione ricettiva dell’occhio che guarda, ma devono completarla in un unico tempo di attenzione con la parte scritta.
“Così concepito il disegno non distribuisce o divide, ma connette, rispetta la progressione grafica e calligrafica, non frantumando lo spazio unitario della scrittura, né la progressione mentale.”
Seguendo questo concetto, possiamo sicuramente citare le nostre Fiabe a Colori. Il progetto comprende una raccolta di sei racconti pensati e scritti da Silvia Andreoli in esclusiva per Diario Creativo. Ogni colore è il protagonista principale di una diversa storia. Ognuno di loro viene presentato con personalità e caratteristiche ben definite da parole che si uniscono a splendide illustrazioni tutte da leggere e guardare.
Linguaggio visivo applicato alle arti multimediali
Se parliamo di linguaggio multimediale, dobbiamo concentrarci su diversi tipi di arti multimediali. Iniziamo parlando del linguaggio elettronico multimediale, che si divide in tre categorie: video, audio e giochi. Questo genere di arte è molto apprezzato, perché ci permette di entrare letteralmente in un’altra realtà, parallela alla nostra, una dimensione virtuale e “fantastica”. Basta pensare agli effetti speciali presenti nei film di ultima generazione o a certi videogames: garantiscono esperienze totalmente immersive! Il suono, in questi casi, ha un ruolo determinante, è di grande supporto e rende tutto ancora più magico!
Uscendo dalla realtà virtuale, pensate a un’esperienza più banale, ma che vivete quotidianamente quando utilizzate un’app di messaggistica. Vi capita mai di rispondere a dei messaggi in chat solo usando dei simboli ovvero sostituite i caratteri e le parole con delle iconcine? Sì, stiamo parlando proprio di un idioma noto a tutti: la “lingua delle emoticon”.
C’è chi ne usa solo in rari casi, chi solo quando è di fretta, c’è chi ne abusa, ma quel che è noto a tutti è che il loro ruolo nella nostra vita ha preso sempre maggiore importanza. Basta una faccina o un simbolo e già abbiamo fatto capire al nostro interlocutore come ci sentiamo, quali sono i nostri stati d’animo, perfino i nostri sentimenti anche se non può vedere i nostri occhi le espressioni del volto.
Come avrete visto il concetto di linguaggio visivo è parte integrante del nostro quotidiano e siamo sicuri che da oggi, noterete qualche piccolo particolare in più anche voi!